THE 4 DAYS WEEK:
IL SUCCESSO DELLA GRAN BRETAGNA
Anche in UK la settimana corta si conferma un successo: l’86% delle 73 aziende coinvolte nella sperimentazione della “4 days week” è soddisfatta dei risultati e manterrà questo approccio.
E sono felici anche i collaboratori, che risparmiano circa 300 euro al mese di costi.
L’esperimento britannico arriva dopo altri stati illustri che si sono mesi alla prova:
Sempre più stati Europei stanno sperimentando la settimana corta, 4 giorni di lavoro invece che 5, a parità di stipendio.
L’ultimo in ordine cronologico è il Belgio, che ad inizio anno ha varato alcune riforme importanti, tra cui il diritto alla disconnessione e la settimana corta. I dipendenti governativi possono lavorare quattro giorni a settimana per sei mesi di prova e poi decidere quale approccio scegliere.
La Spagna ha introdotto le 32 ore nel 2021, con lo scopo anche di permettere una maggiore rotazione del lavoro e quindi di combattere la disoccupazione.
Anche la Scozia ha avviato una prova per i quattro giorni. Orario ridotto del 20%, ma nessuna perdita di compenso, grazie ad un fondo governativo di 10 milioni di sterline
l’Islanda ha lanciato una proposta a 4 giorni sul 7% della popolazione, per 4 anni di test. Da quel che emerge, finora, un successo straordinario.
E in Italia a che punto siamo?
Non ci sono, al momento, disegni o proposte di legge su una possibile settimana corta. Già dal 2019 numerosi sondaggi lasciano emergere che anche in Italia questa pratica sarebbe accolta con entusiasmo e avrebbe enormi effetti sulla produttività e la work life integration.
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Per questo articolo ringraziamo Martina Sconcerti, Business, Career Coach & Speaker per Radio Smart Working.