Stipendi e generazioni a confronto. Millennial ancora sottopagati nonostante l’esperienza ormai rilevante
A 30 anni si guadagna ancora il 34% in meno di un 60enne, a parità di lavoro. Questo emerge dall’indagine di Odm Consulting pubblicata ad inizio anno.
Ci sta, potrebbe dire qualcuno. Una persona con più esperienza è normale venga pagata di più. Vero, ma allora..perchè a 30 anni e a 60 queste persone fanno lo stesso lavoro?
Il motivo è da cercarsi nel fatto che in questi anni sta avvenendo qualcosa di completamente inedito. Per la prima volta nella storia del lavoro moderno, in azienda sussistono 4 diverse generazioni. Lavorano fianco a fianco dai 23 anni (si chiede ai ragazzi di entrare sempre prima nel mondo del lavoro) ai 65 (si chiede agli adulti di andare in pensione sempre più tardi).
Se questo fatto racchiude in se un potenziale di ricchezza senza pari, porta anche numerosi squilibri, in primis sulle retribuzioni.
Secondo Odm Consulting, quindi, un impiegato di 30 anni guadagna in media il 34% in meno di un impiegato 60enne. Facciamolo con dei numeri:
- Stipendio medio da impiegato: 33K euro
- Un baby boomer prende circa il 17,5% in più
- Un Millennial il 12% in meno.
O ancora:
- Stipendio medio da quadro: 61K Euro
- Un quadro baby boomer ne prende il 4,7% in più
- Un quadro millennial il 9% in meno.
Che cosa ne deduciamo?
Vero che il purpose ha preso significativamente piede anche nei Millennial, che sentono l’esigenza di trovare uno scopo in quello che fanno (anche se meno dei lavoratori più giovani, per cui sarà sempre di più un must), ma questo pay gap, soprattutto nella parte manageriale, contribuisce ad arricchire la retorica dei millennials come i “pulcini bagnati” del mercato del lavoro: entrati in scena con le grandi crisi degli anni 2000, vissuto in pieno il precariato, prima generazione a farsi delle domande e a fuggire il modello degli anni 80-90; prima generazione senza posto fisso, senza pensione e, a quanto pare, dai difficili guadagni. Poi non lamentiamoci se si licenziano in massa.
_____________________________________________________________________________________________________________
Per questo articolo ringraziamo Martina Sconcerti, Business, Career Coach & Speaker per Radio Smart Working.