LA LEADERSHIP GENTILE
È passata da poco la giornata mondiale della gentilezza (13 novembre) e visto che la gentilezza è un valore fondante di un lavoro considerato “agile”, eccomi qui a fare alcune considerazioni su cosa significhi gentilezza in un contesto lavorativo.
Parto dalle parole di Guido Stratta, Direttore People and Organization di Enel, che già nella primavera del 2021 ha lanciato un grande cambiamento culturale in azienda proponendo, appunto, un modello di Leadership “Gentile”. A questo proposito, sul sito di Enel è stato pubblicato un articolo che si chiama “Leadership Gentile: il nostro way to be”, da cui si dice che:
“La cultura aziendale sarà sempre più improntata a un concetto di una “leadership gentile”, una leadership di potenziamento delle persone fondata sulle soft skills, che si dovrà abbinare alle hard skills che le aziende già possiedono. Il concetto di leadership si sta spostando dal “command and control” a un modello di guida attenta alla relazione, alla fiducia, al rispetto del talento di ogni persona, pur continuando a puntare al raggiungimento degli obiettivi”.
Quanta verità, in queste parole e quanta difficoltà nell’attuarle.
La gentilezza come stile di leadership è un concetto considerato ancora rivoluzionario.
Nel migliore dei casi è “washing”, nel senso che i manager scrivono su LinkedIn di quanto questa dimensione etica sia importante ma nella realtà, a porte chiuse e lontano dal clamore dei social network, si comportano nel vecchio stile.
In altri casi ci provano perché, in effetti, qualcuno ci prova. Tuttavia, quando si è intrisi di decenni di cultura “machista”, timidi tentativi di intelligenza emotiva possono risultare sghembi e malandati perché la gentilezza, opportunamente dosata, prevede anche che la persona abbia un elevato grado di “self- confidence” e non abbia bisogno di “sbraitare”, né in senso letterale né metaforico.
La gentilezza è leadership nel senso più puro del termine, poiché porta con sé sia la libertà di lasciare spazio all’altro, che la necessità di delimitare i confini. Infatti, la gentilezza la troviamo nell’ascolto, nel dialogo, nella comprensione, ma è anche piglio per prendere una decisione quando necessario. È chiaro che gonfiare il petto e dire “si fa così perché sono il capo e decido io” sia tremendamente più facile, ma poi manca tutto l’investimento nel lungo periodo.
E qui, la domanda è: come fare ad essere leader gentili?
La risposta è complessa, ma fattibile!
Potremmo partire da un’ulteriore domanda: avete mai trovato un/una leader gentile sulla vostra strada? Quali comportamenti lo/a rendevano unico, rispetto ad altri/e leader? Come coinvolgeva le persone? Come prendeva decisioni? Come si comportava nella difficoltà?
Ci sono molti modi per portare gentilezza nella leadership. E partono da che persona siamo, in primis. Come viviamo le cose. D’altra parte, il mondo del lavoro ha sempre più bisogno di gentilezza.
Potrebbe essere la giusta occasione per provarci.
Fonte:
https://www.enel.com/it/azienda/storie/articles/2021/05/leadership-gentile-nuovo-modo
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Per questo articolo ringraziamo Martina Sconcerti, Business, Career Coach & Speaker per Radio Smart Working.